
Statuto, Azzalin: “Prova di responsabilità della politica, la Carta è fatta ora si faccia il Veneto di domani”
“Devo ammetterlo, sono fiero di far parte del Consiglio che ha dotato la nostra Regione della sua nuova Carta fondamentale. Lo Statuto approvato dall’aula è certamente qualcosa di perfettibile, ma è comunque un segno concreto della volontà di lavorare per scuotere dal suo torpore amministrativo la nostra Regione”. Il consigliere regionale Graziano Azzalin esprime la propria soddisfazione nel commentare l’approvazione in prima lettura dello Statuto del Veneto avvenuta ieri all’unanimità. L’illustrazione del provvedimento licenziato dall’apposita commissione è stata svolta nella seduta di giovedì 22 settembre, con le relazioni di maggioranza del presidente della commissione Tesserin e di minoranza del vicepresidente Reolon. I lavori sono proseguiti il 29 e 30 settembre con gli interventi in discussione generale di 24 consiglieri di tutti i gruppi consiliari. Nelle sedute del 4, 5, 6, 12, 13, 14, seduta questa proseguita anche nella nottata, e 15 ottobre sono stati discussi e approvati i 64 articoli del provvedimento.
“Il lavoro dell’aula di questi giorni – sottolinea Azzalin – ha visto le opposizioni lavorare sodo, su posizioni diverse e a volte anche conflittuali, ma unite dalla voglia di mettere chi ci governa di fronte alle proprie responsabilità. Il Pd, e questo va sottolineato, in particolare, si è dimostrato all’altezza del proprio compito offrendo l’immagine di una squadra affiatata. Ma è il consiglio regionale nel suo complesso ad aver compiuto un passo importante che va nella direzione di far recuperare alla politica il proprio ruolo”.
Entrando nel dettaglio, il consigliere polesano sottolinea “il risultato di una faticosa mediazione che ha portato alla riduzione del numero dei consiglieri da 60 a uno ogni 100mila abitanti: in concreto, questo si traduce oggi con il taglio di nove poltrone, che rappresenta un gesto tangibile di voler porre un freno alle spese del consiglio stesso, al quale si affiancano i due ordini del giorno che prevedono l’abolizione del vitalizio e il tetto di due mandati”.
“Senza addentrarmi nello specifico dei principi generali – aggiunge l’esponente democratico – anche essi frutto di un’importante opera di conciliazione di istanze diverse, vorrei rimarcare l’importanza degli articoli 11, 12, 28 e 29, che riguardano le funzioni amministrative e le autonomie locali, l’esercizio associato delle funzioni, l’attività d’indirizzo e di governo e l’autonomia finanziaria. Con il riconoscimento del Comune come comunità territoriale fondamentale, del quale si promuove fra l’altro l’associazione, ed il rovesciamento di prospettiva secondo la quale ora dovrà essere il Comune stesso a gestire e non più la Regione come ha fatto fino ad oggi in maniera a dir poco impropria, si può spezzare quel circolo vizioso che aveva portato alcuni assessori ad agire con modi a volte anche smaccatamente clientelari. Si ribadisce, insomma, il principio secondo il quale la Regione deve coordinare ed armonizzare l’azione autonoma delle amministrazioni comunali”.
Guardando poi alla dimensione più strettamente locale, Azzalin respinge l’idea di un Polesine “penalizzato”: “Anche se ovviamente avrei preferito che vi fosse un riconoscimento dell’autonomia della Provincia di Rovigo, visto che avevo personalmente avanzato una proposta che andava proprio in tale direzione, così come è avvenuto per Belluno, che comunque, va sottolineato, non riceve un’autonomia paragonabile a quella di Bolzano, non bisogna dare una lettura di un Polesine negletto. Anzi. Con l’articolo 8 si stabilisce che la Regione tutela il paesaggio e riconosce l’importanza delle attività rurali ai fini del miglioramento della qualità della vita, della tutela della biodiversità, della sicurezza alimentare e della salvaguardia del territorio. Ma anche con lo stesso articolo 15, quello in cui si cita specificatamente Belluno, vi è comunque l’enunciazione di principi generali che mostrano un’attenzione alle specificità del Polesine: al comma 3 si stabilisce che la Regione, per incentivare uno sviluppo armonioso, rivolge un’attenzione particolari alle zone rurali, alle zone che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici ed alle aree deltizie”.
“La carta del Veneto è fatta – – conclude Azzalin – ora bisogna fare il Veneto di domani”.