Azzalin: “Dopo la legge porcata Calderoli fa il bis con la legge vaccata”

Il consigliere regionale del Pd critica il disegno di legge costituzionale sull’abolizione delle Province: “Non persegue i tre obiettivi di riduzione delle spese, la razionalizzazione e l’aumento dell’efficienza e della trasparenza: la Lega anche si conferma maestra di bugie e per non perdere i privilegi acquisiti, mescola le carte e getta fumo negli occhi ai cittadini. Ha più senso la proposta Degani-Miozzo, anche se va rivista. E sui tagli in consiglio, basta con questo teatrino”.
 “Dopo aver regalato all’Italia una legge che lui stesso ha definito una porcata, la legge elettorale che espropria i cittadini del diritto di scegliere chi eleggere e per la cui abrogazione si stanno proprio in questi giorni raccogliendo le firme a sostegno del referendum, Calderoli fa il bis con una nuova vergognosa legge, che potremmo definire vaccata”. Non usa mezzi termini il consigliere regionale Graziano Azzalin nel commentare il disegno di legge costituzionale sull’abolizione delle Province.
“Come al solito, infatti – spiega l’esponente democratico – si butta tutto in vacca. Il tema della riforma dell’assetto istituzionale del nostro Paese è serio e necessita di intese, dibattiti e approfondimenti e non può certo essere usato come una clava propagandistica da chi non perde occasione per esprimere volgarmente il proprio disprezzo nei confronti dello Stato”.
Secondo Azzalin, infatti, “la riduzione dei costi della politica è un passaggio imprescindibile ed è necessario che tutte le forze politiche ad ogni livello lavorino con impegno in questa direzione. Ma senza pagliacciate fatte solo per conquistarsi pagine dei giornali. Ne è un esempio anche il continuo gioco al rialzo, tutto interno al centrodestra, sul taglio dei consiglieri regionali. Questo teatrino rischia infatti di far slittare i tempi e di concludersi con un nulla di fatto. Il ruolo di rappresentanza territoriale dei consiglieri è fondamentale e trovo strano che la Lega che si dice attenta alle istanze localiste non se ne curi. Il problema, semmai, è di ridurre privilegi e indennità dei consiglieri, a cominciare dai vitalizi. La bozza Calderoli, soffre dello stesso vizio, perché elimina le Province dalla Costituzione ma le mantiene in vita in altre forme, non producendo risparmi”.
“Ma –chiede retoricamente Azzalin – non è, forse, necessario proprio ridurre le spese, razionalizzare e aumentare l’efficienza e la trasparenza? Perché in questo caso si andrebbe in direzione opposta a tutti e tre questi principi. Contrabbandare per un risparmio la moltiplicazione degli enti non elettivi intermedi è un bluff: sempre meglio avere a che fare con un sindaco, un assessore o un consigliere piuttosto che con l’amministratore delegato di una qualche municipalizzata o un consigliere d’amministrazione di un ente strumentale. E questo perché i primi rispondono direttamente agli elettori, i secondi invece sono di nomina politica e alla politica rispondono. Questa è la verità che tutti sanno ma pochi hanno il coraggio di dire. La Lega anche in questo si conferma maestra di bugie: per non perdere i privilegi acquisiti, mescola le carte e getta fumo negli occhi ai cittadini”.
Il consigliere democratico sottolinea anche che “seppure da rivedere sotto innumerevoli aspetti, ha più senso la proposta di legge regionale presentata dai presidenti delle Province di Padova e Verona Barbara Degani e Giovanni Miozzi: senza entrare nei dettagli si può dire che questa ipotesi va a incidere sul nocciolo duro dei costi della politica a livello locale. Su questo terreno mi auguro che sia possibile avviare un ragionamento condiviso, senza dimenticare che se si aboliscono enti che svolgono funzioni imprescindibili, come i Consorzi di bonifica, sarà comunque necessario che qualcuno svolga le stesse funzioni. Non è da oggi che dico che gli enti strumentali della Regione, da Avepa a Veneto Agricoltura, devono essere rivisti: tutti si dicono d’accordo, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti non muovono un dito. Nemmeno il dito medio tanto caro a Bossi”.