Intervento del segretario provinciale del Partito Democratico

Diego Crivellari, segretario provinciale del Partito Democratico, interviene sul tema del taglio delle Province:

“Il Consiglio provinciale “aperto” di venerdì sarà l’occasione per avviare una discussione mirata sugli effetti del recente D.L. n. 138, che ha previsto, tra le altre cose, la soppressione della Provincia di Rovigo. Una discussione che, ne siamo certi, avrà come protagonista proprio il territorio e i suoi principali “attori”.
Da più parti, in questi giorni, si è già rilevato con abbondanza di riferimenti come questo ente abbia storicamente rappresentato un territorio, il Polesine, caratterizzato da una significativa specificità sociale, economica e culturale. Non possiamo trovarci d’accordo con il metodo che si è scelto di adoperare, ignorando e mortificando queste stesse peculiarità. Il modo con cui il governo ha deciso repentinamente di cancellare la nostra provincia ci offende e offende, soprattutto, la sensibilità di migliaia di polesani, in molti casi ben consapevoli della funzione non formale e non secondaria avuta dall’ente nella gestione e nello sviluppo del territorio, specialmente dal dopoguerra in avanti.
Dobbiamo sottolineare una volta di più come la scelta del governo nazionale appaia ambigua e parziale, motivata per lo più da esigenze di immediata visibilità mediatica e lontana, a quanto è dato di capire, da ogni serio intendimento di riforma degli enti intermedi, oltre che destinata a rimanere largamente inefficace pure sul piano di quello che dovrebbe essere un impatto meramente contabile.
Si sottraggono spazi di democrazia e di rappresentanza riconosciuti e consolidati, evitando accuratamente di affrontare il nodo “provincia” nel suo complesso (cominciando da questioni che si chiamano: ridefinizione delle competenze, aggregazione degli enti, contenimento dei costi ecc.). Salvaguardando alcune posizioni e condannandone altre. Ci troviamo così a fare i conti con un panorama di “sommersi” e di “salvati”, determinato burocraticamente, centralisticamente, senza che sia possibile comprendere la reale utilità di questo nuovo provvedimento agostano.
Non vogliamo tuttavia sottrarci al dibattito che in questi mesi ha riguardato ruolo e competenze delle province. Non abbiamo pregiudizi di sorta. Siamo pronti a fare, come sempre, la nostra parte, ma in un quadro di chiarezza e responsabilità, confrontandoci sul futuro delle province (di tutte le province!) ed eventualmente sui compiti rinnovati da affidare a tali enti.
Siamo altresì convinti che, come ha già cercato di fare il Partito democratico dai banchi dell’opposizione parlamentare, sia quanto mai opportuno affrontare il tema di una riforma profonda e sostanziale dell’organizzazione dello stato e della pubblica amministrazione. Come partito, anche in sede locale, abbiamo più volte ribadito la volontà di continuare a lavorare concretamente per una semplificazione e razionalizzazione delle nostre amministrazioni.
Una proposta come quella contenuta nel D.L. n. 138 sembra essere su più piani incoerente, perché priva di criteri strutturali e certamente non in grado di adombrare una qualche timida ipotesi di riassetto generale della nostra macchina amministrativa, con l’unico effetto immediato di penalizzare territori ricchi di storia e peculiarità come il Polesine”.