Dal Pd appello alla difesa di identità e unità territoriale

L’intervento di Giuseppe Traniello Gradassi (Pd) sulla manovra di agosto, che potrebbe tagliare la Provincia di Rovigo:

Il D.L. del 13 agosto, che prevede una serie di provvedimenti estemporanei e senza respiro dettati solo da un’emergenza creata per lo più dall’inerzia politica e di indirizzo degli ultimi tre anni di Governo, senza nessuna pianificazione, concertazione e prospettiva ha di fatto in maniera lineare e improvvida “tagliato”, solo alcune Province, fra le quali il nostro Polesine.
Tutto questo ha ingenerato nel nostro territorio un fortissimo movimento d’opinione che facendo propri i principi: territoriali, storico-culturali, identitari e gestionali che dalla dominazione Austro-Ungarica e dall’Unità d’Italia hanno portato alla formazione e alla conferma, pur in periodi storici diversi, della Provincia di Rovigo si opporrà all’iniquità del provvedimento.
Aldilà della considerazione di un “vuoto”, dovuto alla assoluta mancanza di un’idea di redistribuzione delle funzioni e riorganizzazione etico-burocratica territoriale del decreto (quello si costituirebbe un reale risparmio, anziché il taglio delle cariche elettive che pur con tutti i difetti della politica sono le uniche che se non funzionano il cittadino con il voto può mandare a casa) ritengo che per la difesa della nostra identità e particolarità basata su quei“principi” così radicati fra la nostra gente è necessaria assoluta chiarezza e coerenza.
Come polesano trovo poco accettabile la tiepidezza, l’indifferenza o la prudenza con cui il Pdl ha accolto il provvedimento, trovo però politicamente ed intellettualmente scorretto il contorcimento continuo della Lega (che al solito debole con i forti e forte con i deboli) che a Roma con i propri ministri approva il provvedimento e poi nel territorio per puro calcolo o per confusione propria vorrebbe essere paladina del contrario, in un gioco ormai stantio. Non è accettabile che la loro dirigenza nazionale per mistificare il D.L. del 13 agosto sicuramente iniquo, pur di fronte all’evidente necessità di una coesione politico-amministrativa sovranazionale più forte a livello Europeo per superare l’attuale crisi e la globalizzazione riproponga, nell’anno dei 150 anni dell’Unità Nazionale, battute come la secessione della Padania.
Non si possono, a livello locale, passare come “nuove” proposte datate decenni e che il territorio ove è stato possibile in epoche ed anni diversi ha attuato, come l’accorpamento dei Comuni. Occupare quasi militarmente quante più poltrone possibili e poi populisticamente proporne l’abolizione; chiusure liquidazioni e riduzione di “careghe”e di emolumenti negli anni in Polesine sono state effettuate solo dal centrosinistra ed anche senza tanto clamore ed ora anche la rivisitazione degli Ato sarà comunque frutto di un iniziativa del governo Prodi.
Ora però tutto ciò con la difesa del nostro Polesine non c’entra nulla è solo la solita cortina di ciacole con cui si vuole giustificare tutto ed il contrario di tutto e deresponsabilizzarsi di fronte ai cittadini.
Proprio per questo ritengo sia necessario che qualsiasi azione a difesa della nostra identità e unità territoriale, delle sue particolarità per risultare efficace debba essere fatta e perseguita con una sincerità, lealtà, onestà e coerenza che molti più che predicare dovranno dimostrare con reali fatti concreti disconoscendo necessariamente l’operato dei propri rappresentanti nazionali, nei confronti di tutti i Polesani.