
Si paga sulle seconde case e gli immobili d’impresa non in zona rossa
Siamo agli sgoccioli per il pagamento del saldo Imu 2020. La scadenza, infatti, non è stata rinviata per cui il termine è quello ordinario del 16 dicembre: secondo una simulazione della Uil si tratta di un appuntamento che vale 9,9 miliardi e che coinvolge 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Potranno infatti evitare l’imposta i proprietari di appartamenti destinati ad attività turistiche che gestiscono gli immobili in forma d’impresa, quindi con la partita Iva e con l’iscrizione nei registri regolati a livello locale; ciò non vale se l’attività è svolta in maniera saltuaria. Prima di pagare è comunque bene verificare le aliquote fissate per il 2020 da parte dei comuni. Per quelli che non hanno ancora deliberate c’è tempo fino al 31 gennaio ma il saldo dell’Imu è comunque dovuto sulla base delle aliquote precedenti in vigore e l’eventuale differenza dovrà essere versata entro il 28 febbraio senza sanzioni e interessi.
Chi non deve pagare
Non tutti i proprietari di immobili, però, sono chiamati alla cassa. Prevista infatti l’esenzione dal pagamento della seconda rata Imu per gli immobili localizzati in fascia “rossa”, utilizzati per lo svolgimento di una delle attività imprenditoriali indicate nell’allegato al decreto “Ristori-bis”. Il decreto Ristori-ter ha poi esteso l’agevolazione, prevista in prima battuta per Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, alle regioni Abruzzo, Campania, Toscana e alla provincia autonoma di Bolzano, divenute “rosse” successivamente. L’esenzione, però, è prevista solo per coloro che sono anche i gestori delle attività. Nel rispetto di questa condizione saltano il pagamento dell’imposta municipale 2020 anche i proprietari di immobili utilizzati a scopo turistico (b&b, case vacanze, agriturismo, campeggi, eccetera) a patto che l’attività sia esercitata in forma imprenditoriale. Il beneficio, infatti, non può essere applicato senza organizzazione d’impresa.