La denuncia di Antonello Sartori, Segretario Provinciale di Confartigianato Rovigo

Le banche frenano l’attività delle imprese. La denuncia di Antonello Sartori, Segretario Provinciale di Confartigianato Rovigo, a giudizio del quale «i continui bollettini di guerra provenienti dalle Borse hanno sconvolto il trend e le aspettative dell’economia reale, che prima dell’estate lasciava intravedere qualche segnale di fiducia». Gli ordini calano e le banche stringono il cordone.
«Gli effetti negativi della finanza sulle imprese sono concreti», spiega il Segretario Sartori, «e lo vediamo da un lato nel forte rallentamento sulle aspettative di crescita e sugli ordinativi, dall’altro in una stretta creditizia sia sul livello dei tassi d’interesse che sulla forte selezione delle domande di credito». L’accesso al credito è sempre più duro.
«I tassi d’interesse sui prestiti», prosegue il Segretario Sartori, «con il raddoppio degli spread sui finanziamenti, sono balzati al 5%. Ed a questo si aggiunge l’incapacità delle banche di raccogliere liquidità nel sistema ed il loro indebolimento patrimoniale, che limitano il credito alle imprese».
E non è tutto, evidenziano gli Artigiani polesani: «le imprese che hanno ottenuto ga-ranzie con il nostro confidi per investimenti innovativi si vedono negare condizioni stabilite dalle convenzioni o dalle leggi regionali destinate al sostegno ed allo sviluppo. Il motivo sta nella scarsa convenienza a concludere le operazioni di finanziamento per l’istituto erogante: la redditività viene prima di tutto, anche del merito creditizio».
Quanto alla situazione generale, a giudizio di Sartori alcune vie d’uscita esistono: «Per invertire la rotta occorre ristabilire un clima di fiducia sulla capacità dell’economia reale di reagire e tornare ad essere la protagonista delle sorti dei mercati, non di subirli. L’altra parola chiave per contrastare la spirale negativa è “credibilità”: non è sufficiente prospettare soluzioni ragionieristiche di pareggio di bilancio, ma servono azioni concrete a sostegno dello sviluppo, puntando sui fattori chiave quali infrastrutture, servizi efficienti all’economia reale, liberalizzazioni, formazione adeguata dei giovani e sviluppo del mercato del lavoro, riduzione dei costi della politica e della burocrazia, fiscalità compatibile con l’effettiva formazione del reddito. Tutte cose, purtroppo, assenti nella nuova manovra del governo».