Emerge dal rapporto di Confartigianato sull’occupazione

Rovigo fanalino di coda del Veneto. In Polesine, infatti, si registra il più alto tasso di disoccupazione giovanile della regione.
Secondo gli studi di Confartigianato, relativi ai dati Istat 2010, nella nostra provincia è inoccupato (cioè non studia e non lavora) il 19,6 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni e l’11,4 di quelli dai 25 ai 34 anni. In totale il 13,2 per cento degli under 35 in Polesine è senza un lavoro. Un dato che fa piombare la nostra provincia all’ultimo posto in classifica rispetto agli altri capoluoghi veneti, mentre a livello nazionale si attesta in 54esima posizione, preceduta da Rimini e seguita da Prato.

Ben diversi invece i piazzamenti delle altre province venete: Verona con solo l’8,3 per cento di giovani senza lavoro è la capolista delle più virtuose (96esima in classifica nazionale su 107), seguita da Vicenza, 93esima, con l’8,4 per cento. Seguono a ruota Belluno, 86esima piazza col 9,2 per cento, Padova, 81esima con il 9,6 per cento, Treviso, 72esimo posto con l’11,1 per cento e Venezia, 65esima, con l’11,8 per cento.
La crisi del mercato del lavoro italiano non riguarda però soltanto i giovani.
Il rapporto di Confartigianato mette in luce a livello nazionale un peggioramento della situazione anche per gli adulti.
La quota di inattivi tra i 25 e i 54 anni arriva al 23,2 per cento, a fronte del 15,2 per cento della media europea, e tra il 2008 e il 2011 è aumentata dell’1,4 per cento mentre in Europa è diminuita dello 0,2 per cento.
“In un contesto così critico – commenta Marco Marcello, presidente di Confartigianato Rovigo – il rapporto stilato dalla nostra associazione a livello nazionale, rivela paradossi tutti italiani sul fronte dell’istruzione e della formazione che prepara al lavoro. Per il prossimo anno scolastico infatti, è previsto un aumento del 3 per cento degli iscritti ai licei e una diminuzione del 3,4 per cento di quelli che frequenteranno gli istituti professionali. Nel frattempo, le imprese italiane, nonostante la crisi, denunciano la difficoltà a reperire il 17,2 per cento della manodopera necessaria”.
“Per fermare questo trend negativo – spiega Marcello – ci sono due elementi su cui lavorare. Il primo, a livello nazionale, dato dalla recente riforma dell’apprendistato, che abbiamo accolto in maniera molto positiva, e il secondo, regionale, con l’impegno dell’assessore al Lavoro, Elena Donazzan, che punta a sostenere lo sviluppo dell’impresa che noi riteniamo debba essere soprattutto quella manifatturiera e dei servizi alle imprese, veri competitor della nostra economia. Senza dimenticare ovviamente il contributo che può giungere dalla bilateralità artigiana”.