
Azzalin (Pd): “Mi auguro che non ci si ricordi del Polesine solo in questa occasione”
“La discussione di oggi riguarda la modifica della legge istitutiva del Parco del Delta del Po: non la decisione di realizzare una centrale, ma permettere una riconversione decisa da diversi anni, al punto che se non fosse stato per la sentenza del Consiglio di Stato i cantieri sarebbero già avviati. Noi siamo per la riconversione ma è bene sviluppare anche delle riflessioni e delle valutazioni politiche”.
Questo l’avvio dell’intervento di Graziano Azzalin nel corso del dibattito odierno in consiglio regionale avente per oggetto la riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini.
“Perché si è arrivati a questo punto? Non si poteva risolvere prima?”, sono le domande che ha rivolto guardando la Giunta.
“Si sapeva che questa centrale è situata nel Parco del Delta e si conoscevano benissimo i vincoli legislativi della legge oggi oggetto di modifica. Perché chi ha avuto la maggioranza non ha risolto il problema per tempo? Basta guardare quello che ha scritto nel dispositivo della sua sentenza il Consiglio di Stato: ‘finché la Regione Veneto non riterrà di modificare la legislazione di sua competenza ,deve essere applicata la legge regionale tutt’ora vigente secondo cui nella zona di Porto Tolle possono essere costruite esclusivamente centrali alimentate da gas naturale o da fonte alternativa di pari o minore impatto ambientale’. Proprio in quest’ottica il Pd nell’aprile del 2008 presentò un emendamento in sede di finanziaria, a firma Frigo-Azzi, che salvava il procedimento in corso riguardante la conversione a carbone dando un’interpretazione, in questo senso coerente dell’articolo 30. L’allora maggioranza di governo, che è la stessa che governa in questo momento, tuttavia lo bocciò”.
“Non si venga a dire – ha aggiunto il consigliere polesano – che è dai banchi dell’opposizione e del Pd che sono sorti ostacoli e incertezze al riguardo. Anzi,le opposizioni e chi ha fatto il doppio gioco erano presenti all’interno della giunta. Al convegno organizzato dalla Cisl a Porto Tolle il governatore Zaia ha detto due cose: prima ‘mi no go molto da dirve’ e poi che ‘la grande sfida è risolvere il grande ufficio complicazioni cose semplici’. Io credo che ci sia invece molto da dire, ma soprattutto da fare, perché la sensazione è che modificata la legge del Parco, del Delta ,del Polesine e delle sue problematiche ci si dimentichi, molto ma molto in fretta”.
“C’è indubbiamente un problema di processo decisionale – ha sottolineato ancora Azzalin – che riguarda le grandi opere, ma io ritengo che non possiamo affrontare tale questione solo rapportandola ad una sfida, come dire, burocratica. Siamo sicuri che sia sufficiente questa risposta? Quando si parla di lavoro, ma anche dei rischi che si corrono per la salute dei cittadini, nonché di sostenibilità ambientale per un impianto di questa natura, le sfide non sono semplici, gli atti e le azioni devono essere ponderate e il ruolo della politica deve essere quello di lavorare e accompagnare le istituzioni locali, dapprima nella fase di costruzione e poi in quella di vita dell’impianto, dove decisivi saranno gli strumenti di controllo, di monitoraggio ambientale, di garanzia e di trasparenza dei dati per i cittadini e per le comunità locali in primo luogo, che hanno offerto il massimo di disponibilità nell’ospitare questo impianto”.
Proseguendo nel suo intervento Azzalin ha sottolineato come “le audizioni che si sono tenute hanno sostanzialmente ribadito in larga parte questa posizione. E anche la Provincia di Rovigo ha dato il proprio assenso, evidenziando come però quanto proposto dalla Giunta regionale non sia sufficiente per superare gli ostacoli posti dal Consiglio di Stato. Questo consenso non è dato una volta per sempre, anzi molto dipenderà dal lavoro che verrà fatto e che dovrà essere coerente rispetto agli impegni assunti, evitare le contrapposizioni ambiente-lavoro. Enel in primo luogo deve rispettare i ruoli che ognuno riveste nel contesto socio-economico”.
“In altre parole – ha spiegato il consigliere – le difficoltà economiche .la crisi occupazionale,i problemi degli enti locali non debbono costituire mezzi, più o meno consapevoli, per scorciatoie di nessun tipo. Sarebbero calcoli miopi,che non porterebbero a nessun risultato positivo né per Enel né tantomeno per il territorio e la comunità polesana. I processi e le condanne che Enel ha subito nella fase di gestione della,ormai vecchia centrale, non sono, a mio avviso, annoverabili come atti di accanimento giudiziario. Si sarebbero certamente potuti evitare con un diverso comportamento da parte della stessa Enel e rispettando le regole”.
Azzalin ha poi elencato queste problematiche: “Noi crediamo sia possibile migliorare il pdl proposto dalla Giunta, ancorandolo alle normative europee che indicano le linee Bat ovvero l’utilizzazione delle migliori tecnologie disponibili, così come per la cattura e lo stoccaggio di CO2. Tutto ciò è possibile senza intralciare o appesantire la ripresa della valutazione Via prima della autorizzazione definitiva per far partire i lavori. Esistano poi tutta una serie di prescrizioni della commissione VIA nazionale in particolare che dimostrano come una tale riconversione sia cosa complessa, che abbisogna non solo di adeguamento normativo ma di innovazioni,investimenti e collaborazione delle parti sociali e dei soggetti istituzionali coinvolti. Uno dei punti su cui la Regione deve impegnarsi senza tregua è la concertazione con le parti sociali e le istituzioni locali nella gestione di un cantiere complesso, in cui va prestata particolare attenzione agli aspetti della sicurezza e della legalità. Parallelamente vanno stabilite col territorio le modalità e le destinazioni degli impegni economici che sono stati sottoscritti dalla regione, gli enti locali e l’Enel. Dobbiamo essere consapevoli, e non illudere nessuno, che quanto proposto dalla Giunta regionale non garantisce affatto che tutto fili liscio, sia per quanto riguarda la conservazione di gran parte degli atti del procedimento VIA, sia per quanto attiene il rispetto della normativa statale ed europea. Sul piano giuridico la problematica è senz’altro controversa e il comportamento della Regione in questi anni e del Governo con il decreto del 2009, laddove introdusse la deroga alle localizzazioni territoriali dei grandi impianti di produzione di energia elettrica con il famoso art 5 bis, è stato fonte di impugnazione. Come lo può essere anche quanto previsto nell’ultimo provvedimento della manovra finanziaria”.
Azzalin si è poi soffermato sulla “sfida di far convivere la centrale Enel e il Parco. Credo si commetterebbe un grosso errore, se per favorire in un certo modo la soluzione del problema e portare acqua al proprio mulino si continuasse ad alimentare una sorta di conflitto tra ambiente e lavoro. Da questo punto di vista, individuare nel Parco un ostacolo da rimuovere definitivamente è sbagliato e dannoso. Questo, produrrebbe solo inevitabili contrapposizioni frontali, un muro contro muro che impedisce il dialogo e non aiuta a costruire anche altre opportunità di sviluppo e di crescita socio-economica. Non dobbiamo essere affascinati da ipotesi di sviluppo solo legate alla riconversione di questo grande impianto tecnologico. E’sufficiente guardare all’esperienza fin qui acquisita, e vediamo come la centrale invece abbia una storia a sé nelle dinamiche dello sviluppo locale. Certo, la sua riconversione aiuterà indubbiamente una certa ripresa economica ma noi dobbiamo saper utilizzare, per il futuro, gli impegni sottoscritti da Enel nei confronti della nostra provincia per sostenere politiche di sviluppo che fanno leva sulle peculiarità di questo territorio e del Delta e che utilizzano le compensazioni, per dare anche una grossa spinta finanziaria per la realizzazione di un grande parco interregionale, del turismo, e di uno sviluppo integrato del territorio”.
La sfida è quindi quella di un ruolo diverso del Polesine nella Regione Veneto. Un ruolo di chi può offrire quel qualcosa di unico che è importante non solo per la propria realtà ma per l’intero Veneto e il nostro Paese. Pensiamo per esempio alla gestione e valorizzazione del bacino idrografico del Po soprattutto nella sua parte terminale, alla navigabilità del Fissero-Tartaro-Canalbianco e dello stesso Po.
Il Polesine può essere una grande piattaforma logistica per i trasporti fluvio-marittimi, proprio per la sua strategicità geografica e invece noi siamo alle prese ancora con dei fondali inadeguati e ostacoli di manufatti stradali a iniziare proprio dalla foce. Il turismo, l’agricoltura e la pesca, un ambiente e un territorio che non ha subito le deturpazioni e lo sfruttamento che è stato fatto in altre province venete.
Decisivo e fondamentale sarà il monitoraggio ambientale che deve essere messo in atto da strutture indipendenti da Enel,e il cui modus operandi deve caratterizzarsi per il massimo di trasparenza attraverso la pubblicazione periodica dei dati e il loro pubblico approfondimento.
La questione delle garanzie e uno dei nodi centrali e imprescindibile. Se da un lato non possiamo perdere questo investimento, dall’altro la politica deve costruire la più larga condivisione possibile. questa è la precondizione necessaria per permetterci di vincere le sfide complesse che abbiamo davanti”.