Dall’indagine SWG e Plancia© nasce “Officina veneto”, confronto permanente con le categorie

Luci e ombre di un territorio solido, ma che ha avvertito i colpi della crisi. Le sfide del Veneto sono diverse, ma pongono al centro non solo il tema dei giovani, del lavoro, delle opportunità per le donne, ma anche l’importanza di un nuovo modello imprenditoriale, capace di esprimere una maggior spinta verso gli investimenti e l’innovazione.
Il Veneto appare quindi una realtà consolidata, con un forte tessuto sociale, messo in difficoltà non solo dalle smagliature aperte dalla crisi, in particolare sul tema del futuro per i giovani e sul fronte occupazionale, ma anche da una peculiare sensazione di perdita delle storiche certezze economiche.
La società veneta torna quindi a pensarsi un po’ più formica (cercando di allontanarsi dal modello cicala) puntando a ridurre eccessi e spese (anche se con non poche fatiche).
Il quadro che emerge da Plancia©, lo strumento di management politico in uso al Gruppo consiliare regionale della Lega Nord strutturalmente basato sulle rilevazioni di una vasta gamma di banche dati, offre uno spaccato articolato delle dinamiche in atto nel nostro territorio. La fotografia è stata quindi arricchita da un’indagine campionaria, realizzata da SWG, con 2.700 intervistati (1.000 cittadini in Italia, 800 in Veneto, 500 imprenditori in Italia e 400 in Veneto).
Ne è uscito un quadro complessivo, presentato oggi a Venezia Mestre dal capogruppo Federico Caner e dai consiglieri leghisti, che facilita e rende evidenti i punti di forza e debolezza del nostro territorio, nonché le scelte strategiche su cui concentrare l’attenzione e su cui stilare una proposta politica. All’incontro erano presenti il direttore SWG Enzo Risso, il direttore del Centro Studi Sintesi Catia Ventura, il prorettore dell’Università Ca’ Foscari Adalberto Perulli, e le associazioni e categorie (presenti Cna, Confartigianato, Cciaa, Legacooperative, Unioncamere, Confesercenti, Confcooperative, Cia, Casartigiani, Apindustria).
UNA SOCIETÀ AL LAVORO, CON ALCUNE CREPE EVIDENTI
Il Veneto dimostra di avere un’economia robusta: il tasso di occupazione è del 64,8%. Un dato significativo, migliore di 8 punti alla media nazionale, e superato solo da Trentino, Emilia Romagna e Lombardia. Se quella veneta è una società al lavoro, il quadro di tendenza ci ricorda che il livello di disoccupazione è cresciuto del 25% in soli 3 anni, passando dal 4,1% del 2008 al 5,4% del 2011. Ancora più preoccupante è la situazione dell’occupazione femminile. Il dato Veneto è sicuramente superiore alla media nazionale di 8,2 punti (54,5% contro 46,4%), ma la nostra regione si pone all’ottavo posto nella classifica nazionale del tasso di donne al lavoro, arrivando dopo Valle d’Aosta, Trentino, Emilia Romagna, Piemonte, Friuli, Lombardia e Liguria. Se i dati di trend economico segnalano un quadro complesso, quelli di percezione aiutano a cogliere più in profondità e con un click aggiornato e proiettivo il quadro delle dinamiche regionali.
Sul fronte occupazionale, il 40% delle persone appare preoccupato della possibilità di perdere il lavoro. Un elemento che porta alla luce la perdurante fragilità della situazione occupazionale, facendo comprendere meglio l’instabilità e i rischi che sono contenuti in quel 64,8% di occupati che le statistiche desk ci offrono. Certo, osservando lo spaccato nazionale, possiamo affermare che il Veneto è la realtà in cui è minore la paura di perdere il posto di lavoro (40,5% contro 47,4%), ma il dato non deve far dormire sonni tranquilli. Ancora più significativo è il quadro delle dinamiche di assunzione. Il 69,4% dei veneti afferma che oggi si trovano solo lavori temporanei e che i servizi per il lavoro, rispetto alla media nazionale, offrono meno informazioni e supporti.
I problemi sull’occupazione femminile sono, invece, pienamente confermati dal racconto degli intervistati: il 56% delle donne denuncia di avere difficoltà a conciliare impegni familiari con quelli lavorativi, offrendo una chiara ed evidente spiegazione del ridimensionato numero di donne al lavoro nella nostra regione. La radiografia di Plancia è completata dai dati sulle assunzioni e dalle previsioni occupazionali espresse dagli imprenditori. Se sul fronte delle variazioni occupazionali, il quadro sembra in fase di stabilizzazione, dopo il calo del 2,2% nel periodo 2008-2009, la dimensione percettiva del fenomeno non disegna affatto una fase di potenziale ripresa occupazionale. Nel rapporto tra ampliamento e riduzione degli organici, le previsioni portano a una contrazione ulteriore degli addetti.
Un calo che in veneto, tuttavia, appare di dimensioni più ridotte rispetto alla media italiana, anche se peggiore rispetto al Nordovest (l’indicatore Veneto si ferma a un indice di -4,5%, mentre quello nazionale è a -6,4% e quello a Nordovest si ferma a -3,9%).
LO STATUS DELLE FAMIGLIE: LA CINTA TIRATA
La spesa media delle famiglie venete (2.876 euro) è al terzo posto in Italia, dopo Lombardia (2.896 euro) ed Emilia Romagna (2.885 euro). Se la posizione è sempre di vetta, la situazione veneta sembra essere quella in cui maggiormente si è fatta sentire la frenata, con una variazione di -99 euro dal 2008 al 2010. Il dato desk, tuttavia non rende pienamente giustizia del reale quadro vissuto dalle famiglie. Se osserviamo le valutazioni percettive, possiamo intravvedere la dimensione del taglio effettuato, con la diminuzione dell’indice di potere di acquisto tra le famiglie venete che è di –32,2 punti di indice rispetto alla media nazionale che si attesta intorno al -29,3.
Un calo che è maggiore non solo rispetto a quanto è accaduto nel Nordovest (-26,1), ma anche rispetto al Sud (-26,3). Il processo di riduzione delle capacità di spesa ha determinato anche un cambio sulla percezione dello status familiare dei i veneti, con un indicatore di peggioramento leggermente superiore alla media nazionale (-26,4 in Veneto, contro il -24,6 in Italia) e più marcato rispetto al Nordovest (che si ferma a -21,8).
Nonostante il quadro di inasprimento, il Veneto resta una società agiata, con un livello di povertà che si aggira intorno al 4,4% (rispetto al 10% nazionale) e con un indice di autopercezione della condizione familiare che è di 3 punti superiore alla media nazionale (5,3%, rispetto al 2,4% nazionale). Per quanto riguarda le proiezioni future, il quadro sembra tingersi un po’ più di rosa, con le famiglie venete che sembrano intenzionate, rispetto alla media nazionale, a frenare i tagli alla spesa (-1,3% in Veneto, contro il -3,0% nazionale). Che la crisi abbia fatto cambiare modus vivendi ai veneti, lo si nota anche da un altro elemento: l’indicatore di risparmio.
Il quadro del 2011 sembra disegnare una dinamica maggiormente orientata alla filosofia delle formiche, con un indice di risparmio in Veneto di 4,4 punti rispetto alla media nazionale che è dello -0,2.
Per completare la fotografia sullo status della società regionale è utile osservare un indicatore peculiare, quello di inclusioneesclusione. Si tratta di un segnalatore importante, che porta alla luce che cosa accade nelle profondità delle viscere della società locale. Il differenziale tra la solidità veneta e quella nazionale è notevole: a fronte di un indice di 3,9 a livello nazionale, quello veneto è di sette punti superiore (10,5). È il dato più solido a livello nazionale, che va ben oltre la situazione registrata nel Nordest e nel Centro (7,0).
LA DISCRETA SALUTE DELLE NOSTRE IMPRESE, MA IN DINAMISMO C’È BISOGNO DI UNA MARCIA IN PIÙ
Le imprese venete tornano a guardare al futuro con un certo ottimismo, anche se non si può parlare di una fase di forte vitalità. L’indice degli investimenti strutturali delle imprese venete, infatti, è più o meno in linea con quello italiano (9 contro il 9,8 nazionale), ma appare leggermente più timido rispetto al dato del Nordovest (10,7). Anche gli investimenti in ricerca e sviluppo appaiono ancora timidi. Il Veneto non brilla per differenza rispetto alla media nazionale, con un 8,7 di indice a fronte di un 9 nazionale.
Il quadro, specie sul fronte della ricerca e sviluppo, non è affatto negativo. Se osserviamo l’incidenza della spesa in ricerca e sviluppo delle imprese, possiamo vedere che il Veneto si colloca al quarto posto (65,8), dopo Valle d’Aosta (84,1), Piemonte (78,6) e Lombardia (76,7).
La situazione appare più o meno simile sul fronte dell’internazionalizzazione. Le imprese della nostra regione sono molto più orientate ai mercati esteri di quelle del Nordovest (8,1 di indice contro 6,6) e in linea con il quadro nazionale. Un dato che conferma il rank nelle esportazioni merci che vede il Veneto al secondo posto, dopo il Friuli Venezia Giulia e 8 punti al di sopra della media nazionale.
Per quanto riguarda il rapporto con le banche, l’indagine di Plancia mette in luce un discreto rapporto tra le imprese venete e gli istituti di credito. Certo le difficoltà non mancano, ma il quadro appare meno conflittuale rispetto alla media nazionale e a altre zone del paese, come il Nordovest. L’indicatore veneto di difficoltà si ferma a 33,9, mentre la media nazionale è a 37,8 e quella del Nordovest a 37.
Per quanto riguarda, infine, il tema della green economy, gli imprenditori veneti sembrano crederci ancora poco. L’indicatore di spinta green è al 16,4, rispetto a una media nazionale che è al 20.
UNO SGUARDO AL SISTEMA VENETO
Per concludere il quadro fotografato da Plancia, è utile verificare i giudizi sul sistema infrastrutturale. I veneti sono un po’ meno soddisfatti, rispetto ai cittadini del Nordovest, sulla diffusione della banda larga (61,4 contro 62,9), ma ritengono di avere una pubblica amministrazione efficiente (57,4 contro la media nazionale del 54,6) e un sistema viario che, nonostante alcune pecche, appare mediamente soddisfacente (60,6 di soddisfazione, contro il 58,5 di media nazionale).
LA PROPOSTA DELLA LEGA NORD ALLE CATEGORIE: NASCE “OFFICINA VENETO”
“La situazione economica e sociale determinata anche in Veneto da una crisi che da congiunturale ha sempre più assunto connotati strutturali, e la limitatezza delle risorse che gli Enti locali hanno a disposizione per intervenire sul territorio – spiega Caner -, rendono improrogabile la necessità di far sì che i decisori politici ascoltino maggiormente i soggetti economici, interpretandone i bisogni, proponendo azioni e verificandone in un’ottica concertata i risultati. Per questo il Gruppo Lega Nord intraprende oggi un nuovo metodo di riscontro non solo dei dati ufficiali ma anche della percezione che cittadini e imprese dimostrano di avere”.
Da queste premesse nasce l’idea del Gruppo consiliare Lega Nord di lanciare un’iniziativa improntata su tre cardini: “Officina Veneto”, temi e priorità. – “Officina Veneto”: si tratta di tre incontri con le categorie economiche del Veneto, da realizzarsi tra settembre e dicembre, in cui:
• esporre la situazione della regione, utilizzando le analisi socio-economiche contestualizzate che Plancia© è in grado di offrire in modo permanente e strutturato
• proporre un quadro di priorità di intervento grazie al rilevamento di criticità e opportunità
• accogliere le richieste e i contributi delle categorie da cui far discendere una nuova capacità progettuale.
– I temi: gli incontri su cui focalizzare l’attenzione; le azioni sono 1) le imprese e lo sviluppo economico, 2) il lavoro ed i lavori, 3) la qualità della vita e lo sviluppo territoriale.
– Le priorità: da “Officina Veneto” dovranno nascere le proposte operative più necessarie ed urgenti in cui il Gruppo Lega Nord si impegnerà ad agire per dare reale seguito in azioni a quanto il territorio chiede, verificandone successivamente i progressi e le ulteriori esigenze di rimodulazione.
“Il lavoro sarà strutturato nella forma di focus group – prosegue Caner -, ovvero di incontri tematici coordinati dal Centro Studi Sintesi di Mestre che mettano in relazione la Lega Nord consiliare con le categorie economiche del territorio. Prenderemo avvio con la presentazione dello stato del tema oggetto di riflessione, un’analisi ragionata che faccia il punto della situazione sulla base degli indicatori statistici prodotti dalla Plancia© e sui relativi indicatori di percezione elaborati da SWG. Il coinvolgimento delle categorie economiche diverrà a questo punto fondamentale per raccogliere proposte e suggerimenti di intervento, in particolare facendo emergere quelli che devono essere attuati in via prioritaria”.
Il focus group produrrà, alla fine del suo percorso, un documento condiviso che dovrà fornire gli “indirizzi” per le attività della Lega, che a sua volta elaborerà proposte operative e iniziative da presentare in sede istituzionale entro un paio di mesi dal tavolo di lavoro.
“Per questo – conclude Caner – vogliamo ritrovarci ogni 3-4 mesi con le categorie economiche per valutare lo stato di avanzamento dei progetti, anche per attuare aggiustamenti in base ai cambiamenti intervenuti nel contesto regionale. Le dichiarazioni rilasciate in questi giorni alla stampa dal presidente degli Industriali trevigiani Alessandro Vardanega, che auspica un rinnovamento che parta dal basso, sono pienamente condivisibili: stiamo operando proprio in questa direzione”.