
La crescita del settore ora è a rischio
«Una cosa è certa, ed è l’incertezza. Vale a dire l’opposto di quello che serve in campo economico. Inoltre, se le anticipazioni che abbiamo avuto venissero confermate, possiamo ipotizzare una drastica riduzione degli incentivi già a partire dalla seconda parte di quest’anno». Astolfi Girolamo, Presidente di Confartigianato Rovigo, esprime così lo stato d’animo delle 3.500 imprese provinciali del settore installazione impianti dopo aver appreso, nelle linee generali, i contenuti della bozza del nuovo decreto sulle energie rinnovabili approntata dal Ministero dello Sviluppo Economico e sulla quale la Conferenza Stato-Regioni tornerà a discutere la prossima settimana.
Confartigianato Imprese, a livello nazionale, si è espressa con il presidente Giorgio Guerrini: «Se davvero si intende razionalizzare e risparmiare risorse pubbliche, anche alla luce della decisione del governo di rinunciare al nucleare – ha sottolineato Guerrini – bisogna riconsiderare l’approccio alle rinnovabili nel quadro di una politica energetica che renda equo e trasparente il mercato e corregga gli squilibri nella tassazione penalizzanti per le piccole imprese».
«Quel che è più grave – prosegue Astolfi – è come siano state penalizzate imprese che lo scorso anno avevano compiuto investimenti nel comparto, e sulle quali il blocco del precedente Conto Energia – e quindi degli incentivi per il fotovoltaico – è piombato cambiando in corsa le regole». «Secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi Confartigianato – prosegue il Presidente di Confartigianato – tra novembre e dicembre 2011 avremmo una diminuzione del 15-20% degli incentivi per gli impianti di potenza inferiore ai 200 kWh, che arriverebbe a – 30% a fine 2012. Riduzioni difficilmente compatibili con gli investimenti fatti dagli imprenditori appena pochi mesi fa». «Quello che invece è sicuro – afferma Astolfi – è che finora le risorse per gli incentivi alle energie rinnovabili hanno fatto nascere aziende e occupati, opportunità ed investimenti».
«È vero che anche negli altri Paesi europei – conclude il Presidente di Confartigianato – è in atto una riduzione delle agevolazioni, ma bisogna tener conto della diversa “taglia” degli impianti: non si può, insomma, equiparare il sistema di pannelli installati sul tetto del capannone aziendale, o su quello di casa, con i maxi impianti (vedi San Bellino) stesi su ettari di campagna. Il loro impatto è, ovviamente, diversissimo. Infatti i 195.079 impianti di piccola dimensione – ovvero sotto i 20 kWp – registrati in Italia al 23 marzo di quest’anno “costano” circa 530 milioni di euro di incentivi (e in più muovono un’economia che dà lavoro a 190mila imprese installatrici), mentre i 10.528 impianti oltre i 50 kWp incidono per ben 1,8 miliardi. Ecco perché sarebbe risultato opportuno lasciare immutato il quadro degli interventi per i “piccoli” e intervenire con tagli notevoli alle tariffe incentivanti per le installazioni dei grandi impianti (e talvolta speculativi) che da un lato assorbono le disponibilità finanziarie e, dall’altro, producono un minor volano economico».