
La compagnia Convivium porta in piazza lo spettacolo di Gallina
Piazza Vittorio Emanuele si trasforma in un teatro. Sabato 27 agosto alle 21, la compagnia Convivium di Concadirame presenta la commedia “La base de tuto” di Giacinto Gallina. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Accademia veneta dello spettacolo.
“La base de tuto” è stata rappresentata per la prima volta al teatro Goldoni di Venezia il 23 gennaio 1894. La commedia, come spiega il regista Mauro Gaffeo, porta in scena i tratti di una umanità priva di freni morali, nello sfondo della Venezia di fine ‘800, il cui credo è solo quello del primato del denaro su tutto.
La caduta dei veri valori e l’avidità per il denaro è infatti la tesi de’ “La base de tuto”, dove sembra non esserci spazio per la moralità e l’altruismo. La prospettiva di un profitto vantaggioso, spinge i protagonisti a tradire i sentimenti, le tradizioni e le amicizie, con l’unico fine di realizzare ciascuno il proprio tornaconto.
Le idee di Giudita e di Alvise, che sia il denaro e con esso la sua potenza di “comprare” e “corrompere” ad essere “…la base de tuto, el capo essenzial…”, si scontra con quella del “nobilomo” Vidal il cui credo finisce per essere in fondo l’anti-assunto della commedia, “…perché volerse ben, xe la base de tuto…”
La commedia è una favola in cui non c’è spazio per l’ottimismo né per il calore dei sentimenti, riflettendo, allora come oggi, la condizione di una società decisa a ottenere il benessere economico, perseguendolo a costo di qualsiasi compromesso. Tuttavia, non manca, nel finale un messaggio di speranza per far sì: “…che chi xe ancora in cuna possa trovar, co i sarà grandi, un fià de giustizia e de carità…”
Trama
Siamo a Venezia, in casa di una piccola famiglia agiata del popolo, quella del vecchio gondoliere Piero Grossi, detto “Serenissima”, defunto da qualche tempo. Ora la casa è governata da Giudita, rigattiera avida di denaro, mentre suo marito Daniel, figlio di Serenissima, è intontito dalla crapula. Per risarcire l’onore perduto di Cecilia, nipote di Serenissima che vive con gli zii, la famiglia ha ricevuto una consistente sommadi denaro (20.000 franchi), quale offerta riparatrice da parte di una ricca signora americana imparentata con un pittore inglese che aveva sedotto, reso madre e abbandonata la ragazza. Quale condizione per ricevere la consistente somma di denaro, Cecilia aveva dovuto, suo malgrado, accettare il losco Carlo Scamoffietoli quale padre di copertura. Ma il bambino nacque morto (“el gera un anzoleto!”). Carlo è un uomo senza mestiere e di mille mestieri, fra cui il protettore, che ha legami con Norma, un’ex prostituta oramai ritiratasi agiatamente dagli “affari”. Adesso Cecilia è nuovamente madre di una bambina “settimina”, frutto in realtà di un secondo amore clandestino con Alvise, figlio del “nobilomo” Vidal. Alvise cerca con il ricatto e l’inganno di comprare il silenzio della famiglia di Cecilia. Il suo agire è fortemente in contrasto con il credo del nobilomo Vidal, il quale ritiene che “volerse ben sia la base de tuto”.
Giacinto Gallina
Nasce a Venezia nel 1852 e vi muore nel 1897. Dopo un’adolescenza sbandata e spiritualmente grama e qualche informe tentativo drammaturgico, fu attratto dal teatro veneziano dai tentativi di rinascita che Angelo e Marianna Moro in (celebre coppia di attori) andavano da anni portando avanti.Le sue prime commedie sono Le barufe in famegia e Una famegia in rovina del 1872. Ne scrisse quindici fino all’80, tra cui bellissime Zente refada e Mia fia. Nell’80 la sua attività subisce una lunga interruzione quando si accorse che il gusto del pubblico si andava orientando verso un teatro non più casalingo, ma di respiro europeo. Dopo 11 anni torna al teatro come direttore della compagnia comica che portava il suo nome e quello di Ferruccio Benini, che doveva divenire il suo maggiore interprete. Nel ’91 la prima celebre commedia della sua seconda maniera, Serenissima, cui seguono La famegia del santolo e La base de tuto. L’evoluzione del teatro di Gallina fu contrassegnata, nel primo febbrile periodo, dalla tendenza sempre più accentuata a cercare effetti di commozione nell’esasperazione sentimentale e nel romanticismo dei personaggi. Nei primi lavori l’influenza goldoniana è evidente, tuttavia il Gallina se ne liberò ben presto ponendosi il problema di cogliere e di rendere il pathos e la temperie piccolo borghese o popolare in cui viveva. E vi era riuscito in quelle commedie nelle quali aveva indotto l’aspetto del vero con l’ausilio di un dialogo scintillante.
“Convivium”
Nasce nel 2001 ed ha sede nella frazione di Concadirame. La compagnia “Convivium” ha nel proprio repertorio lavori teatrali di vario genere. Fra i principali si possono citare, oltre a “La maestrina” di Dario Niccodemi e “I Rusteghi” di C. Goldoni, anche commedie di Dario Fo come “Non tutti i ladri vengono per nuocere e “I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano”. Queste ultime sono entrambe commedie brillanti, liberamente tradotte parzialmente in dialetto “polesano”. Dal 2009, la compagnia ha inserito nel proprio repertorio la commedia di Gino Rocca in dialetto veneto,“Sior Tita paron”. Il 25 agosto 2010, ha debuttato in Adria con una nuova commedia: “La base de tuto” di Giacinto Gallina in lingua veneziana.