Nuovo Sindacato Carabinieri

Le richieste del Nuovo Sindacato Carabinieri

“Il problema delle mense Carabinieri sembrerebbe aver assunto connotati di patologica inefficienza in alcune aree a completo discapito del benessere e la funzionalità dell’Arma territoriale” esordisce in una nota il Nuovo Sindacato Carabinieri.

“La ditta appaltatrice – continua la nota – risulterebbe priva di adeguato personale, interscambiabile, per garantire un turn over (ferie – malattia – riposo settimanale) alle cuoche. E a Faenza la soluzione extra contrattuale proposta e attuata dalla ditta è risultata, nel caso della intossicazione alimentare dei 10 carabinieri avvenuta nel mese di luglio, a dir poco ‘fallimentare’” scrive Nsc.

“Davvero il Ministero può pensare che un ristoratore possa garantire pasti di qualità al prezzo di 6 euro pro capite? Eppure parrebbe – afferma il Nuovo Sindacato Carabinieri – che durante il periodo critico creato dall’alluvione, vista la mancanza di rifornimenti per la cucina della mensa dei Carabinieri di Faenza, qualcuno abbia autorizzato per quei Carabinieri, la produzione dei pasti ad noto ristorante faentino. Tale consuetudine, avviata in tempi di emergenza e stato di necessità, parrebbe aver indotto la ditta – si legge nella nota – senza alcun accordo formale o informale con i preposti Arma, a servirsi del noto ristorante ogni qualvolta venisse meno la presenza della cuoca. I pasti arrivavano nella mensa del Comando Compagnia di Ravenna in monoporzioni chiuse, veicolate in contenitori termici direttamente dal ristorante. Il Ristorante risulterebbe – scrive Nsc -, a seguito di verifiche degli organi preposti, a tutt’oggi chiuso. Il Segretario Generale Emilia Romagna, Giovanni Morgese, su delega della segreteria tutta, ha interessato il Comandante della Legione CC Emilia Romagna per conoscere numericamente le contestazioni per inadempienza elevate nei confronti della ditta appaltatrice del servizio mensa e le relative sanzioni comminate. Questa Segreteria vuole adoperarsi in ogni modo per richiedere al Comando Generale di verificare:

  • a livello nazionale la possibilità della recessione dal contratto in essere, e di mettere allo studio nell’eventuale nuovo appalto il controllo del numero dei dipendenti dedicato obbligatoriamente al servizio in modo tale che le mense siano gestite, sempre e comunque, da soggetti capaci di garantire regolarità e puntualità nel servizio, anche in condizioni critiche contingenti, che possono essere certamente garantite con un contratto di affidamento che tuteli maggiormente la P.A. e i suoi appartenenti;
  • di interessare il Ministero degli interni e della difesa per rivedere l’attuale anacronistica cifra dedicata al pasto del carabiniere” conclude il Nuovo Sindacato Carabinieri.