I dispositivi fuorilegge sono stati sequestrati, i cacciatori, due polesani e due residenti nel vicentino, sono stati segnalati all’AG e ora rischiano anche la sospensione della licenza di caccia

Continua l’attività di vigilanza della Polizia Provinciale, particolarmente impegnata nei servizi di antibracconaggio su tutto il territorio veneto; non si è ancora spenta l’eco dell’intervento condotto nei giorni scorsi dagli agenti del Comando di Verona, che ha portato all’arresto del responsabile della cattura con mezzi illegali di 191 esemplari di fauna selvatica, di cui circa la metà appartenenti a specie protette, che arrivano i risultati dell’ennesima operazione svolta dal Reparto Operativo di Rovigo, che ha individuato quattro cacciatori, di cui due polesani e due residenti nella provincia di Vicenza, sorpresi mentre utilizzavano richiami acustici a funzionamento elettromagnetico – strumenti vietati dalla normativa nazionale – in due distinti appostamenti di caccia in funzione nell’ambito territoriale RO2 – Medio Polesine.

Nelle mattinate del 20 e 21 ottobre, gli uomini della Polizia Provinciale hanno effettuato servizio con auto sprovviste di segni identificativi, monitorando il territorio interessato dalla caccia alla piccola selvaggina migratoria. Nel corso dei controlli, anche da terra con osservazione dei movimenti dei cacciatori da distanza con i binocoli, è stata accertata la presenza dei mezzi illegali. Sorpresi dal sopraggiungere degli agenti della Polizia Provinciale, i cacciatori appostati hanno spento il dispositivo fuorilegge e tentato in velocità di nasconderlo.

Dopo una breve ispezione, tutti i dispositivi sono stati individuati e sequestrati. Identificate le persone occupanti dei capanni di caccia, gli agenti hanno proceduto alla verbalizzazione e al sequestro penale degli apparati vietati, inclusi i diffusori del suono, e delle armi.Tutti i cacciatori sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria e ora rischiano anche la sospensione della licenza di caccia.