Giudice (Foto repertorio Shutterstock)
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Al vaglio approfondimenti, tecnici a Rovigo per completare le indagini sulle strutture

L’ex questura e il complesso dell’ex Banca d’Italia. Queste le due possibili sedi per il nuovo tribunale, al vaglio di approfondimenti a cura dei tecnici del ministero della Giustizia, guidati dall’architetto Gianmarco Mattei. I tecnici saranno in città nei prossimi giorni per completare le indagini sulle strutture e poter chiudere la relazione entro il 10 marzo, come previsto.
Lo ha annunciato il sindaco Edoardo Gaffeo, facendo un riassunto della vicenda, a partire da un anno fa quando su mandato del Consiglio, aveva perorato il no all’arrivo del carcere minorile nell’ex carcere di via Verdi, per il quale l’auspicio era di destinarlo all’ampliamento del tribunale. Un processo irreversibile, come ha spiegato il sindaco, sono infatti, già stati assegnati gli appalti per l’esecuzione dell’opera. 
Tra i vari incontri romani, particolarmente importante è stato quello dello scorso 30 dicembre, con i responsabili del ministero della Giustizia, del Demanio, il sindaco, l’assessore Luisa Cattozzo e la presidente del Consiglio Nadia Romeo, durante il quale è stato chiesto al Comune di formulare delle ipotesi. Quelle avanzate dall’amministrazione sono: l’area di Asm, già scartata dal ministero, e l’utilizzo di vuoti urbani come l’ex Banca d’Italia di via Piva e o palazzo della Provincia o il palazzo retrostante chiamato palazzo di vetro di proprietà dell’Inps, attualmente con un grado di occupazione del 20%. Il Ministero ha recepito queste potenziali proposte, decidendo di fare un approfondimento di natura tecnica. A seguire l’agenzia del Demanio ha fatto un’ulteriore proposta, l’area dell’ex questura vincolata dal punto di vista urbanistico, che attualmente dispone di circa 5 mila metri quadri, che potrebbero essere quasi raddoppiati con un grande aumento di cubatura, tanto da dover richiedere un’apposita Conferenza Stato-Regione. Per il palazzo di Giustizia sono richiesti circa 12 mila metri quadrati, i circa 2.500 mancanti potrebbero trovare soluzione lasciando alcune funzioni nell’attuale sede del tribunale in via Verdi.

Cercheremo di acquisire tutte le informazioni che servono – afferma il sindaco –. Da un alto questa amministrazione si è mossa in linea con le indicazioni avute dal Consiglio ed ha lavorato per chiudere in tempi possibilmente rapidi l’individuazione di un percorso per metter in sicurezza la presenza del tribunale in città”.