La direzione della struttura di S.M. Maddalena fornisce nuovi elementi di riflessioni

La direzione della struttura di S.M. Maddalena fornisce nuovi elementi di riflessioni
Come ampiamente e reiteratamente descritto in tutte le delibere regionali che si sono succedute negli anni, il finanziamento per le funzioni Suem, Terapia Intensiva e Pronto Soccorso (tra cui rientra il P.P.I., come si evince dalla tabella in calce), viene riconosciuto per la sola copertura dei costi di gestione, tra cui, in via prioritaria, quelli relativi al personale.
La casa di Cura S.M. Maddalena, per esempio, a fronte di un finanziamento per la funzione di P.P.I di 344.000,00 € annui, registra costi per il personale dedicato pari a 626.000,00 €, a cui vanno aggiunti i costi derivanti dalla attività di approfondimento diagnostico per esami, visite specialistiche, diagnostica, etc., per non parlare dei costi amministrativi, di ammortamento, delle utenze e materiale di consumo.
Tutte le delibere di assegnazione annuale dei budget, a cominciare da quella che ha istituito i finanziamenti a funzione (DGR 4081 del 22/12/2000), sono coerenti nello specificare che le prestazioni erogate in regime di P.S./Urgenza dalle strutture a ciò abilitate, non sono soggette a limiti di budget (per ultima, anche la DGR 312/11, pagina 4).
E d’altronde qualcuno dovrebbe spiegare come si possa gestire un budget predefinito all’interno di un servizio aperto 24 H, non programmato e programmabile, ad accesso libero e in regime d’urgenza!.
La Direzione dell’ULSS 18, al contrario, pretenderebbe di assoggettare a limitazione anche questa attività, ed ha voluto indicare nel contratto di fornitura annuale un valore di riferimento che è stato quantificato in 285.000,00 € (anche se la delibera diceva esattamente il contrario!).
Tale valore, da evidenziare come posta da indicare a bilancio, era casomai da intendersi (come tutta la ratio del provvedimento di delibera lasciava indicare) afferente alle sole prestazioni rese a favore dei cittadini veneti,  mentre l’ULSS lo vuole attribuire anche ai cittadini provenienti da altre regioni!
E qui sta il punto. Sono tutti al corrente che le prestazioni rese ai cittadini non residenti sono remunerate (e mai messe in discussione quelle rese in regime di P.S.!) dalla regione di appartenenza!
E la situazione che si sta creando a Ferrara, con il trasferimento del principale nosocomio provinciale dal centro della città ad altro denominato “Cona”, situato ad oltre 10 km a sud est dal centro ed alla parte opposta del confine con il Veneto, con i disagi che procurerà ai cittadini, comporterà un più intensivo utilizzo dei servizi offerti dalla Casa di Cura (tutti i giornali locali ne stanno parlando proprio in questi giorni).
Infatti, stiamo già registrando un considerevole aumento degli accessi in P.S. , sia da cittadini del comprensorio (che percepiscono meno accessibili i servizi una volta offerta da Ferrara) che dalla vicina frazione di Pontelagoscuro (Ferrara), e la domanda è: come faremo a farvi fronte?
Qualcuno ha sollevato il problema per cui chiudere il P.S. nelle ore notturne corrisponde ad una interruzione di pubblico servizio.
Ma se non posso erogare la prestazione per esaurimento budget, non è la stessa cosa? Chi ne è responsabile?
A completamento delle informazioni. Non è vero che la sanità privata non è stata toccata.
Per la parte di attività ambulatoriale il budget annuale della Casa di Cura (residenti veneti) è passato da un totale (2010) di 1.238.759,00 € a complessivi 878.000,00 €, con un calo quindi del 30 % !!
Per l’area ricoveri, parte finanziaria, è stata eliminata la quota di incremento finanziario nella misura del 12 % del fatturato, con contemporanea riduzione ricoveri.
Per inciso, il comparto sta soffrendo, le Case di Cura non hanno margini da limare ulteriormente e l’unica strada percorribile è la riduzione del personale, cosa che, silenziosamente, sta purtroppo avvenendo, inizialmente con i contratti a tempo determinato.