La critica dell’assessore provinciale alle politiche sociali Marinella Mantovani

L’assessore provinciale alle politiche sociali Marinella Mantovani, in sintonia con i Sert delle Asl 18 e 19, condanna la decisione presa dal Governo nell’ultima manovra di bilancio perché “E’ inaccettabile che lo Stato decida di aprire i casinò on line con la possibilità di giocare soldi veri e non virtuali fino a puntate di 1000 euro, creando una dipendenza da gioco delle famiglie italiane che spesso sottraggono, reddito ai consumi primari in una situazione di grave crisi economica e sociale come quella che stiamo vivendo”.
L’assessore Mantovani afferma che “con la manovra di bilancio il Governo invece di pensare a rilanciare lo sviluppo del Paese punta a raccogliere risorse a danno dei cittadini inducendoli al gioco d’azzardo e per di più con pubblicità affidate a testimonial famosi e popolari, che raggiungono in maniera accattivante anche i più giovani, mentre sono coloro che andrebbero tutelati maggiormente, perché il gioco d’azzardo produce dipendenze gravi anche sulla salute”.
Secondo un’indagine promossa da Eurispes, il gioco pubblico rappresenta la terza industria italiana, preceduta da Eni e Fiat, e nel 2010 gli italiani hanno speso per giochi d’azzardo e scommesse più di 61 miliardi di euro, con un incremento del 13 per cento rispetto all’anno precedente, e per il 2011 si stima che la spesa raggiungerà gli 80 miliardi di euro.
Con la diffusione dell’utilizzo di internet sono proliferati i giochi on line e, secondo una nota dei Monopoli di Stato, nel 2010 le relative entrate sono aumentate del 28,2 per cento rispetto all’anno precedente. Secondo il Censis poi, oltre ai disoccupati, il ceto medio-basso ad occupazione impiegatizia è quello maggiormente dedito al gioco, circa 700.000 italiani, il 3% dei giocatori, sono affetti dalla sindrome del gioco patologico e circa 7 milioni di persone, il 26% dei giocatori, sono considerate soggetti a rischio.
Il gioco d’azzardo patologico è stato definito dall’Istituto superiore di sanità come una “dipendenza senza sostanze” e alcuni studi, infatti, hanno evidenziato che tra le cause sottese all’incremento del fenomeno di usura vi è anche l’indebitamento derivante dalla pratica dei giochi d’azzardo.
La legge di stabilità per il 2011 prevede testualmente che con decreto interdirigenziale del Ministero dell’economia e delle finanze, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e del Ministero della salute, sono adottate, d’intesa con la Conferenza unificata, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo”, ma ad oggi, il decreto di cui sopra non è stato ancora emanato.
L’assessore Mantovani, unitamente ai Sert polesani, evidenzia come si registra un forte squilibrio tra azioni promozionali e di diffusione dei giochi d’azzardo leciti e le azioni protettive e sono sempre maggiori i danni alle persone, ai nuclei familiari e alla collettività che sottolineando la sperequazione delle ricadute del gioco d’azzardo tra centro e periferia, essendo centralizzati i proventi fiscali e decentrate le problematiche e, pertanto, chiedono che il gioco d’azzardo legale venga visto non solo come fonte di entrate fiscali, ma anche come potenziale pericolo per la salute pubblica; di inserire nei livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale i disturbi e le complicanze che si diagnosticano come conseguenza del gioco d’azzardo patologico, al fine di garantire la presa in carico delle persone affette da ludopatia e di individuare un percorso terapeutico garantendo una tutela omogenea su tutto il territorio nazionale; equiparare i giocatori d’azzardo patologici in trattamento ai tossico-alcoldipendenti ai fini delle modalità di accesso ai servizi e dell’esenzione dal pagamento dei ticket sanitario; garantire la possibilità per i giocatori d’azzardo patologici di fruire gratuitamente di percorsi terapeutici ambulatoriali, semiresidenziali e residenziali specifici, come accade per i tossico-alcoldipendenti; garantire tutela diritto alla cura omogeneamente su tutto il territorio nazionale; cambiare lo stile della comunicazione pubblica, adeguando i messaggi pubblicitari alle linee guida internazionali, in particolare escludendo il richiamo alle vincite possibili e facili quale leva per invogliare al consumo.