Pellegrini scrive a Marcolongo segnalando la situazione del punto sanità di S. Maria Maddalena

“Ho posto due problemi concreti al direttore Marcolongo e ricevo una risposta che non mi soddisfa completamente”. L’assessore alla sanità Francesco Pellegrini ha riferito per iscritto al direttore generale di file di cittadini che attendono prima di poter essere ricevuti agli sportelli del punto sanità, “i motivi sono esclusivamente da attribuirsi alla presenza di una sola operatrice di sportello, non due come un tempo, poiché la seconda impiegata viene spesso dirottata presso altri punti sanità del territorio aziendale”, precisa Pellegrini.
L’assessore segnala inoltre che, per alcune prestazioni specialistiche eseguibili presso la Casa di Cura di Santa Maria Maddalena, la lista di attesa è stata o bloccata oppure contempla già il 2012.
“Mi riferisco, in particolare, alle richieste per ecografia addominale o mammaria che non trova disponibilità per i residenti nel Veneto prima del gennaio 2012; apparentemente più fortunati, invece i nostri vicini dell’Emilia Romagna che trovano ancora qualche disponibilità nel breve, medio periodo. Le mammografie, le visite chirurgiche e quelle ortopediche sono a oggi bloccate per i veneti. Anche gli esami endoscopici sono non prenotabili da coloro che abitano il territorio veneto”.
La risposta del direttore Marcolongo motiva i disagi riportando due cause ‘contingenti’: il periodo estivo in cui avviene la riduzione del personale in servizio e le norme sull’esenzione del ticket per reddito che hanno fatto confluire numerosi utenti agli sportelli anche solo per chiedere informazioni.
Il direttore cita anche le ‘opportunità’ di prenotazione telefonica e telematica di esami e visite che eviterebbero i disagi dell’attesa. Sulle prestazioni specialistiche eseguibili dalla Casa di Cura, Marcolongo ricorda la normativa regionale che abbassa per il 2011 del 30% il tetto di attività ambulatoriale erogabile dall’istituto di cura di S. Maria Maddalena.
“Non trovo giustificabile” replica l’assessore “che le risposte alle necessità di assistenza specialistica ambulatoriale vadano trovate migrando verso altri presidi”.
Pellegrini descrive lo stato delle cose: “A volte gli emiliano romagnoli cercano pari benefici presso la Casa di Cura poiché la struttura sanitaria risponde con disponibilità solo a coloro che non hanno cittadinanza veneta. Il risultato che si ottiene, nel tentare di curare i cittadini che abitano sul confine di regione, è un gran caos. Si crea una frenetica ricerca del posto dove effettuare l’esame o la visita nel minor tempo possibile con un esito che tende a privilegiare, in particolare, coloro che pagano le imposte in un’altra Regione”.
La domanda sanitaria nel territorio del Comune di Occhiobello, uno dei pochi del Polesine in continua crescita demografica, “non può tendere a diminuire del 30%, l’unico modo per evitare di subirne le conseguenze – aggiunge Pellegrini – sarebbe quello di ammalarsi entro il mese di giugno perchè da luglio non esiste più la possibilità di farsi visitare nel proprio paese o in alternativa di trasferire la residenza oltre il fiume. Rigetto la riflessione sul ricorso eccessivo ad alcune prestazioni mediche: l’età media del cittadino polesano è molto più alta dei residenti nel resto del Veneto, anziano vuole sempre più spesso significare polipatologie croniche e invalidanti, necessità di terapie costose e visite di controllo periodiche. Arginare questo problema, come chiede la Regione Veneto – conclude Pellegrini -, dimezzando entro il 2011 da 7,9 a 4 il numero di prestazioni specialistiche ambulatoriali per abitante significa non tenere in nessuna considerazione le necessità dei nostri residenti”.