
L’associazione francese Opération Mer Propre denuncia una situazione che da oggi si aggrava: con l’apertura delle scuole ne usiamo 11 milioni al giorno e vanno incenerite e non disperse
Più mascherine che meduse in un mare già assediato dalle plastiche e ora “abitato” anche dai presìdi medici che raggiungeranno, con l’apertura della scuola, la cifra di 11 milioni di pezzi al giorno. L’associazione francese Opération Mer Propre (Operazione Mare Pulito) ha stimato che il mare è popolato “più da mascherine che da meduse” e un segnale forte è arrivato da Ancona, dove il “Pellicano”, il battello spazzino che ripulisce l’acqua del porto dai rifiuti, ha cominciato ad estrarre sempre più mascherine che galleggiavano sulla superficie e il presidente all’Autorità del porto, Rodolfo Giamperi, ha dovuto prendere atto della presenza sempre più massiccia “di mascherine e guanti, prima inesistenti”.
La strada obbligata dell’inceneritore
Incenerire, e non disperdere, diventa quindi la strada da seguire per smaltire in modo sostenibile le mascherine. La raccomandazione fatta dalle aziende di nettezza urbana, dagli esperti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero dell’Ambiente, è di gettarle nella spazzatura indifferenziata e non nelle raccolte differenziate. L’obiettivo è di distruggerle definitivamente, evitando la proliferazione dei contagi.
L’impatto della riapertura delle scuole
Questo vale in particolar modo da oggi con la riapertura delle scuole, quando si stima che ne verranno gettate 11 milioni in più al giorno. “Purtroppo gli inceneritori non bastano, soprattutto nel Mezzogiorno, dove questi impianti sono una rarità – spiega Chicco Testa, esperto di ecologia e presidente dell’Assoambiente, che ha aggiunto – e di conseguenza un gran numero di rifiuti e di mascherine sanitarie usate non vengono distrutti ma finiscono nelle discariche o, peggio, dispersi nell’ambiente”. E, tenendo conto anche dei guanti, l’Ispra ha stimato che per tutto il 2020 saranno gettate tra le 160mila e le 550mila tonnellate di spazzatura da incenerire. Basterebbe che solo l’1% delle mascherine utilizzate venisse smaltito in maniera scorretta, per avere 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. Ragion per cui le mascherine devono terminare la loro esistenza negli inceneritori o nei termovalorizzatori.