
Il bilancio della situazione
In questi giorni l’inquinamento atmosferico e le polveri sottili sono al centro dell’attenzione in tutto il nord Italia. Rovigo non fa eccezione, anche se dai dati Arpav degli ultimi dieci giorni, confrontati con le altre città capoluogo, emerge che la nostra città non presenta i livelli più elevati del Veneto. Lo comunica l’assessore all’Ambiente Dina Merlo, affiancato dal funzionario Barbara Likar, facendo il punto della situazione.
Certo siamo sempre in allerta arancione, vale a dire più di quattro giorni consecutivi di superamento del limite, e questo implica di dover applicare le iniziative previste dalle ordinanze e di tenere alta l’attenzione. Inoltre – ha spiegato Merlo -, la situazione climatica attuale, di alta pressione e il nostro clima particolarmente nebbioso e di ristagno dell’aria non aiuta a migliorare di molto la qualità dell’aria.
“Tuttavia l’Amministrazione comunale di Rovigo ha avuto un comportamento particolarmente responsabile avendo inserito nelle ordinanze la richiesta di autorizzazioni e alcune prescrizioni per la esecuzione dei falò della Befana, con limitazioni alle dimensioni ed al tipo di materiali e di alimentazione. Questo ha forse creato qualche critica, ma devo dire – continua l’assessore all’ambiente – anche che ci sono giunti messaggi e manifestazioni di approvazione da parte di cittadini, che si rendono conto del valore primario della salute e si sentono impegnati a responsabili nel dover contemperare le forme di festeggiamento e di buon augurio alla tutela della salute e della qualità dell’aria. Oltretutto diventa oltremodo increscioso dopo avere bruciato in un attimo i falò e prodotto polveri, che nel nostro clima sono disperdibili in tempi piuttosto lunghi, procedere poi a dover “fermare” automezzi di chi va al lavoro. Non è vero che i falò non hanno effetti sull’inquinamento, e questo è visibile dai dati di accumulo nelle diverse città dopo la Befana (e dopo Capodanno per i fuochi d’artificio), e soprattutto esiste una richiesta pressante dei medici di tutelare soprattutto le persone più esposte e più fragili dal punto di vista dell’apparato respiratorio”.
UN’ANALISI SUI DATI DELL’INQUINAMENTO:
Facendo una riflessione generale sui dati, si deve partire da quanto già riportato ad inizio ottobre, al momento della adozione delle ordinanze anti inquinamento, e cioè che si devono considerare sia i dati giornalieri di concentrazione delle polveri, che vedono come limite di sicurezza 50 microgrammi di polveri per metro cubo di aria, sia il numero di sforamenti rispetto a tale valore soglia, che secondo indicazioni normative UE e nazionali non dovrebbe essere superiore a 35 l’anno.
Analizzando i dati storici degli ultimi 15 anni il numero di sforamenti è notevolmente diminuito, in generale in tutta la pianura padana ed anche in Veneto, così come è diminuito il valore di concentrazione media delle PM10 annuale. Questo significa certamente un miglioramento tecnologico degli impianti di riscaldamento, una maggiore diffusione del metano come fonte energetica, le ridotte emissioni che si riscontrano con le autovetture di nuova generazione.
Tuttavia ciò non toglie che si verifichino durante l’anno picchi di inquinamento, ben superiori al valore limite, e che questi si ripetano per molti giorni consecutivi determinando rischi per la salute e stress per l’apparato respiratorio. Questo è il motivo per cui si sono considerati i tre livelli di allerta, verde arancione e rosso, in base al numero di superamenti consecutivi.
Analizzando i dati degli ultimi quattro anni a Rovigo si vede come il numero di sforamenti sia stato di 69 giorni nel 2019, 49 nel 2018, ben 80 nel 2017 e 42 nel 2016. E’ evidente che si riscontra una forte variabilità legata soprattutto alle condizioni climatiche e di piovosità dei diversi anni.
Dai primi di ottobre 2019, data di entrata in vigore delle attuali ordinanze, ad oggi, la situazione delle polveri si era mantenuta su livelli di allerta verde, grazie anche alla stagione piuttosto piovosa e nevosa del mese di dicembre.
Per quanto riguarda le iniziative di tipo “strutturale”, che invece sono necessarie per affrontare il problema inquinamento nel senso più generale della prevenzione, il Comune da solo, come ha spiegato Merlo, ha possibilità di intervento limitate, ad esempio regolando il traffico legato alle scuole e realizzando un servizio pubblico più mirato ed efficiente.
“Tuttavia – ha concluso Merlo -, esiste una proposta del ministro Costa di attuare iniziative a sostegno dei cittadini e dei Comuni che riguardano incentivi per la rottamazione di auto e motocicli fino a euro 3, fondi per trasporto scolastico con mezzi ibridi e per la riforestazione. Vi è solo da augurarsi che questi fondi siano utilizzabili anche da città medio-piccole come Rovigo. Inoltre sono previsti incentivi per la sostituzione di caldaie a gasolio e fondi per agricoltura, mobilità, riscaldamento e uscita dal carbone”.