Cresce l’interesse per la proposta lanciata dal docente universitario Edoardo Gaffeo

Rovigo capitale della cultura entro il 2020. E’ l’idea lanciata dal docente universitario Edoardo Gaffeo durante il convegno organizzato dalla diocesi di Adria e Rovigo sullo sviluppo del Polesine. Un progetto sul quale la Provincia ha manifestato interesse e che sta facendo discutere.

“E’ sicuramente una grande opportunità – afferma il sindaco Massimo Bergamin -, Il Polesine dovrebbe cogliere l’occasione per fare squadra e crescere tutti insieme per dare un nuovo volto e un nuovo futuro all’intero territorio provinciale”.
Questo il pensiero dell’assessore alla Cultura Andrea Donzelli: “una doverosa premessa: in questi mesi ho sempre accuratamente evitato di usare il termine “capoluogo di Provincia” per Rovigo, sottolineando comunque il ruolo e le responsabilità che questa città deve assumersi nel momento storico che stiamo vivendo, soprattutto in merito alle sempre più limitate funzioni della Provincia, ancor più per le competenza riguardo alla Cultura. Non ero presente all’incontro con il vescovo, quando il prof. Gaffeo ha lanciato l’idea, ma sono sicuro che lo stesso non intendesse allocare la sua proposta all’interno delle mura di Rovigo, ma facesse una considerazione territoriale. Ne sono sicuro perché, insieme al Prof. Gaffeo, negli anni scorsi, ho partecipato ai tavoli progettuali della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019 di “Venezia e del Nord Est”, candidatura poi vinta da Matera. Quel periodo è stato per me straordinario, perchè ha posto le basi per un approfondimento di come cultura ed economia possano andare a braccetto e di come, insieme, possano ottenere grande considerazione se proposte da un territorio allargato e collaborativo. La vera sfida è quella che mettere attorno al tavolo tutti gli operatori culturali residenti nel territorio che potrebbero diventare davvero i protagonisti di questo confronto, prima ancora che candidati a capitali di qualsiasi genere. Per i motivi di cui sopra, infatti, il Polesine ha un vuoto di coordinamento nel settore, enti ed associazioni faticano a trovare una linea in comune da sviluppare. La Provincia ha dovuto abbandonare il Comitato Permanente per la Conservazione e Valorizzazione dei beni Culturali ed Ambientali del Polesine alzando bandiera bianca su quella che era una sua prerogativa. La Cultura è apertura, è crescita, è inclusione, è collaborazione, è propositiva. Si spera che così sia per tutti”.