L’assessore Raito commenta la situazione in Polesine

Si dovrà parlare, in una riunione convocata in Regione dall’assessore Elena Donazzan il prossimo 9 novembre, del piano di dimensionamento degli istituti comprensivi.

Su questo importante tema interviene Leonardo Raito, assessore provinciale alla Pubblica Istruzione: “partiamo da un dato di fatto: la Provincia di Rovigo è stata la prima del Veneto a chiudere il piano di razionalizzazione cancellando le vecchie direzioni didattiche, il tutto grazie al senso di responsabilità di sindaci capaci di cogliere nell’innovazione un fattore di stabilità e di certezza, che non può essere cancellato a colpi di manovra.

È infatti di quest’estate la novità di una manovra balneare che vorrebbe innalzare a mille alunni il numero previsto per l’autonomia giuridica degli istituti. Ma se inizialmente si parlava di mille alunni per istituti di nuova costituzione, il parametro sarebbe da estendere a tutti i comprensivi. Possibile? Il parametro esclusivamente numerico per il dimensionamento ci sembra comunque insufficiente per cogliere le diverse peculiarità territoriali. I comprensivi erano sorti per diventare i riferimenti dei territori comunali, in una chiave di programmazione sinergica rispettosa delle autonomie e delle potenzialità e del dinamismo culturale, sociale e intellettuale delle cittadinanze. Con l’applicazione dei parametri suddetti si manda in malora una filosofia e un ruolo centrale degli istituti anche in una collaborazione corretta e propositiva con le istituzioni. D’altronde, come potrebbe un dirigente scolastico gestire un comprensivo con una ventina di plessi sparsi in 8-10 comuni diversi, rapportandosi con tutte le amministrazioni locali, gestendo con senso di responsabilità gli edifici, programmando con attenzione gli orari anche in vista dei trasporti?. Per tornare ai dati numerici, attualmente gli studenti dei comprensivi polesani sono 17.278, suddivisi in 23 istituti. La media degli studenti per istituto è di 751. Come si pone rispetto alla media nazionale e di altre regioni? Ci risulta infatti che le medie in altri territori e regioni siano più vicine ai 400.

Secondo noi il Polesine ha già dato il proprio contributo di responsabilità, svolgendo fino in fondo il proprio ruolo di governo delle riforme e della razionalizzazione. Chiedere di più ci sembra una forzatura irrispettosa dei ruoli, incapace di cogliere le dinamiche nei rapporti tra enti e soprattutto non finalizzata a una gestione efficace di un servizio fondamentale come quello istruzione. Di fronte a una razionalizzazione spinta, infatti, non si può che celare una volontà di chiudere molti piccoli plessi, indebolendo ancora di più i tessuti sociali e culturali dei comuni, unici titolari, per la normativa vigente, delle scelte che riguardano scuole primarie e secondarie di primo grado”.