Precisazione del segretario provinciale dopo le polemiche seguite al voto in Consiglio Comunale

Per il Partito Democratico polesano l’acqua è e deve rimanere un bene pubblico. Le polemiche seguite al recente voto del Consiglio Comunale di Rovigo, con l’astensione del gruppo del Pd su un ordine del giorno relativo alla gestione dell’acqua, hanno richiesto una precisazione da parte della Segreteria Provinciale sulla posizione del partito: “il Pd – scrive in una nota Diego Crivellari, segretario provinciale del Partito Democratico – non fa marcia indietro, né “calpesta” il voto degli elettori come affermato dal Movimento 5 Stelle in una nota, ma sostiene senza ambiguità il mantenimento della gestione pubblica del servizio idrico. Il nostro partito, anche in sede locale, ha partecipato al Comitato Referendario e ha voluto esprimere una chiara indicazione per il “sì” all’acqua pubblica”.

“Una scelta – aggiunge Crivellari – in piena coerenza e continuità con quanto il Pd e il centrosinistra polesano hanno sostenuto e realizzato negli ultimi anni, anche in sede amministrativa, lavorando con grande senso di responsabilità. Nei mesi scorsi il Partito Democratico polesano si è inoltre attivato con iniziative in vari Comuni della nostra Provincia affinché i cittadini votassero “sì” ai quattro quesiti referendari, oltre che per informare correttamente e in maniera diffusa i polesani dell’importanza delle questioni in gioco. Nessun dietrofront, dunque. Nessuna volontà di “svendere” ai privati, magari in barba all’esito dell’ultimo referendum”.

“Il referendum del 12 e 13 giugno 2011 – conclude Crivellari – ha dato un segnale importante e il nostro Partito intende adoperarsi per fare in modo che il risultato di questo appuntamento sia valorizzato e rispettato in tutte le sedi opportune, a cominciare dalla necessità di confermare e salvaguardare la gestione pubblica di un bene primario come l’acqua in Polesine. La volontà politica del Partito Democratico è quella di proseguire lungo questo percorso, con chiarezza, e di lavorare nella società polesana e nelle istituzioni, con tutte le forze politiche e sociali disponibili, affinché sia possibile far valere concretamente questo principio”.