
Intervento del sindaco di Occhiobello sul recente decreto legge 138
Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sindaco di Occhiobello, Daniele Chiarioni, sulla possibile soppressione della provincia di Rovigo e sull’ipotesi di accorpamento con Ferrara.
“Non saprei se osservare il ‘fenomeno’ al microscopio o al telescopio. Forse occorrerebbe un caleidoscopio. Nella soppressione delle province (il testo dell’articolo 15 non usa sinonimi, quindi non c’è da fare tante interpretazioni), ci sta di tutto: un livello istituzionale che si smembra, funzioni rimbalzate di qua e di là tra altri comuni e altre province limitrofe a cui la regione le trasferisce dopo averle ricevute grazie alla soppressione stessa. Una pallina di un flipper che prima o poi da qualche parte si ferma. A meno che i comuni riescano entro certi termini ad aggregarsi a un’altra provincia che abbia contiguità territoriale. Se temporeggiano troppo, funzioni trasferite alla regione e poi ridistribuite. Di certo vi è che non possiamo apparentarci con altre regioni. Benché l’onorevole Bellotti abbia dichiarato che non sarebbe male partorire il transgenico Ferro (Rovigo + Ferrara), per fortuna non sarà possibile. E dico per fortuna non per chiusura ideologica verso l’altra sponda con cui collaboriamo su tantissimi fronti, ma perché sarebbe una forma di violenza territoriale da evitare. Noi che stiamo al confine, continueremo a frequentare Ferrara come abbiamo sempre fatto, senza dovere stravolgere confini regionali. Ma la soppressione non è solo questo, è allontanamento fisico delle istituzioni dai cittadini, è una forma di accentramento non si sa bene dove e con chi di funzioni che, per loro natura, devono stare sul territorio. Se l’obiettivo è la riduzione di certi costi, cosa su cui siamo tutti d’accordo, dovrebbero mettere noi amministratori nelle condizioni di unire servizi, oggi frazionati e non sempre ottimali, che rispondano a territori sovracomunali. È una questione di pragmatismo: dateci incentivi, non necessariamente economici, per creare servizi in convenzione tra comuni (polizia locale, servizi sociali e in genere servizi alla persona) e noi risparmieremo. Rischia di scomparire la provincia di Rovigo che, per la sua conformazione geografica non è poi così limitata, e rimangono le città metropolitane che, davvero, hanno un doppione nelle province di una certa dimensione. Per ultima l’identità. Per quanto la mobilità sociale faccia spostare le persone, contaminare i dialetti e renderci tutti un po’ più globali, quando si va a toccare l’appartenenza, saltano fuori come un rigurgito le radici, quel lascito interiore che tutti sentiamo di volere difendere”.
Daniele Chiarioni