Intervento del segertario provinciale di Confartigianato Rovigo

Intervento del segretario provinciale di Confartigianato Rovigo, Antonello Sartori, sulla questione dell’abolizione della Provincia di Rovigo.

“O tutte, o nessuna, non possiamo perdere altri punti di riferimento e la nostra identità territoriale”. Antonello Sartori, segretario di Confartigianato Rovigo, all’indomani della manovra di Ferragosto varata dal Governo, dice “No” alla soppressione della Provincia di Rovigo.

“Confartigianato – esordisce il Segretario – si siederà a tutti i tavoli per mantenere l’identità territoriale del Polesine. Non è possibile che ci venga imposta una cosa così importante senza che i cittadini possano dire la loro”. Per Sartori sono molteplici le motivazioni per opporsi all’abolizione della Provincia. “Prima di tutto, come noto – spiega – siamo favorevoli a qualsiasi tipo di semplificazione se questo può portare un risparmio in termini sia economici che di burocrazia. Ma non si può abolire solo qualche Provincia. O tutte, o nessuna”.

Se scomparisse quella di Rovigo il rischio sarebbe quello di “perdere un fondamentale punto di riferimento per i cittadini e per il mondo economico Polesano. Ne sono già spariti parecchi in questi anni, ad esempio la Banca d’Italia, non possiamo permetterci di continuare così”. Sartori, poi, teme che il probabile accorpamento della nostra Provincia, possa rilevarsi addiruttura uno smebramento con la suddivisione del territorio tra le provincie di Padova, Verona e Venezia. “Una soluzione del genere rischierebbe di farci perdere in misura maggiore la nostra identità territoriale. Il Polesine è una zona con delle caratteristiche particolari. Già con l’accorpamento con un altro territorio si rischia di perdere di vista le peculiarità di quest’area e, quindi, di non riuscire a fare interventi mirati affinché cresca e migliori”. Insomma per il segretario di Confartigianato Rovigo non sarebbe questo il modo giusto per tagliare i costi della politica.

“Come abbiamo sempre dichiarato – conclude Sartori – le sforbiciate dovrebbero andare a colpire prima di tutti gli enti di secondo grado, che spesso hanno compiti similari o sovrapposti o la loro mission non è sempre molto chiara, non le istituzioni di cui invece i cittadini sentono l’esigenza”.